'
Cristiano Ronaldo posa per Emporio Armani - Stazione Centrale, Milano - Photo(c) DDM
La necessità di evadere era prepotente, l'immensità del non-ancora-esplorato, l'avventura del viaggio, (se ancora esiste la possibilità di fare avventure), l'emozione per l'imprevisto esercitavano costanti il loro richiamo...
Visto che il turismo di massa pare non abbia ancora ucciso il viaggio... e "una semplice passeggiata sul bagnasciuga, perdendosi nel «libero gioco che si crea tra la ragione, l’immaginazione e il mare»" può essere l'inizio di una rivoluzione (Cécile Guérard, Piccola filosofia del mare, citato da Laura Crinò in Filosofie da mettere in valigia, D di Repubblica del 31 luglio)...
Viaggiando constato come il mondo si stia sempre più restringendo, le possibilità di viaggiare davvero, cioè di fare un'esperienza unica si riducono sempre più, e mettersi in moto, in movimento intendo dire, come viaggiatore solitario, è un'impresa sempre più difficile, una corsa a ostacoli. Anche nelle località più sperdute ormai chi viaggia solo è guardato storto: "perché non è con nessuno?", "perché non viaggia con un mezzo di trasporto privato o noleggiato?", "si muove a piedi?", "questo che cerca?", "spenderà poco perché è solo...", "gli dirò che non ho più camere libere, non mi conviene dare una doppia a un single", "in coppia almeno una bottiglia di vino se la bevono" e così via di pregiudizio indotto in pregiudizio indotto... Nelle località rurali adesso va di moda parlare di turismo sostenibile, a basso impatto, i grandi resort non li vuole più nessuno, neppure nel quarto mondo, però poi se non viaggi in coppia... ti guardano storto lo stesso. Hanno digerito le coppie gay e lesbiche persino nei paesi arabi, ma non tollerano più i viaggiatori solitari...
L'invito a trascorrere qualche giorno lontano dall'afa cittadina, ospite di un'amica, però in un vero e proprio viaggio si è trasformato...
Tutto ha inizio in Stazione Centrale, il porto brutto e trascurato che Milano ha pure in assenza di mare. Da quando sono cominciati i lavori, svariati anni fa ormai, è ancora caos in stazione, nonostante le grandi promesse di Grandi Stazioni in merito a "riqualificazione e recupero funzionale" degli spazi, il viaggiatore deve sapersi districare in un labirinto di violenta e rara bruttura. Cartelloni pubblicitari appesi ovunque, minacciosi e immensi totem roteanti, box, gabbiotti e bugigattoli commerciali di ogni genere spuntano come funghi e, spezzando le prospettive monumentali della stazione, ne stuprano l'originaria maestosità. La segnaletica è per ora del tutto inappropriata e l'unica bellezza, da qualche settimana a questa parte, è la scultorea fisicità di Cristiano Ronaldo che posa quasi nudo per Emporio Armani.
Cercare poi di ottenere un biglietto del treno da uno dei distributori automatici è un'altra avventura: prima di tutto bisogna guardarsi dai malfattori e scippatori che ronzano incessantemente intorno a queste macchinette, poi, trovata quella non irrimediabilmente guasta, comincia il rebus sul suo modo di operare: darà il resto? sì, ma mai superiore a una certa cifra specificata di caso in caso, accetterà il bancomat? sì, ma solo per biglietti il cui importo supera i cinque euro, la carta di credito? temporaneamente fuori servizio... E prima di partorire il biglietto: hai carta fedeltà? carta famiglia? carta azienda? godi di agevolazioni speciali? vuoi scegliere il vagone? il posto a sedere? vuoi sedere vicino ad un amico che ha già acquistato il biglietto? vuoi partire oggi? domani? un altro giorno? come vuoi pagare? Ricordati di ritirare la tessera! Nessun problema l'abile borseggiatore alle tue spalle ti avrà già rubato il portafoglio mentre eri concentrato a rispondere al quiz di cui sopra... e di poliziotti in giro neanche l'ombra.
Il treno che prendo è un regionale per Bergamo, lo stato scandaloso dei sedili, nonostante l'afa, mi agghiaccia! Definirli malridotti è render loro omaggio. Chiazzati dal più lercio sozzume gridano vendetta ed io che ne cerco uno, in uno stato meno peggiore di altri, sono solo uno schizzinoso. Sconsolatissimo immagino che di pulizia e aria condizionata se ne riparlerà, forse, nel 2015, in occasione dell'Expò e dei suoi ridicolmente pronosticati trenta milioni di visitatori...
Una corriera e poi un'altra ancora della Bergamo Trasporti mi faranno giungere, dopo qualche ora, alla rassicurante meta finale, un piccolo centro montano delle Prealpi Orobie.
Quasi da subito mi assale il sentimento di essere arrivato alla periferia del mondo, un mondo di cui sicuramente è costituita la maggior parte della nostra penisola, tanti sono i comuni e le comunità isolate, fiere dei loro territori e orgogliose di conservare ognuna il proprio santo, le proprie tradizioni e di difendere il loro campanile e lo straccetto di terra davanti alla loro cascina oggi trasformata in quella casina che la prima generazione di eredi ha già suddiviso, da secoli il sangue e le teste di questa gente immutati.
La mia amica ed io diventiamo subito la coppia più chiaccherata del paese dalle beghine della contrada e dai loro mariti, spesso più impiccioni delle mogli: è inutile dire che siamo soltanto amici... Io per loro sono il suo nuovo compagno, mettono persino in guardia la mia amica dicendole "basta che non la prenda in giro...", vi è una certa differenza di età fra me e la mia amica, essendo io più giovane, questo darà da discutere all'intera comunità forse per tutta l'estate. Sono fioccati diversi inviti per un caffè ma li abbiamo ignorati tutti, l'intenzione, neanche poi così nascosta, era solo quella di ficcare il naso nella vita privata dei forestieri...
Quando sono stato in altri piccoli villaggi sperduti della Francia, sui Pirenei, o nelle località più remote di alcune isole della Scozia o nel deserto tunisino, non mi sono mai sentito così fuori da tutto, lontano dalla civiltà come io la intendo. Ho avvertito qualcosa di selvaggio nella ristrettezza mentale di molti degli autoctoni... come si sentissero parte soltanto di quel poco che hanno direttamente visto e conosciuto, del tutto irrilevante per loro è l'esistenza di una realtà territoriale sovra-ordinata. Di Milano o Roma hanno solo sentito parlare, Bergamo o meglio Treviglio e Clusone sono i loro punti di riferimeno sulla carta geografica. E anche se in gennaio, da qualche anno a questa parte, la più notabile fra le beghine della contrada va in Kenya a fare volontariato con le suore missionarie, la sua mente non si è aperta, il suo paradigma rimane sempre quello circoscritto attorno alle quattro case abbarbicate sul lato della collina a lei meglio noto.
Il resto semplicemente non esiste.
'
The lovely view from the studio in my friend's house - Prealpi Orobie, Bergamo, Italy
'