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... la forma è uguale alla sostanza.
[...] la cura della forma data alle proprie cose, alle proprie espressioni è cura di se stessi, e rispetto e considerazione e attenzione per gli altri. La cura della forma è una cosa lunga, un esercizio quotidiano. E’ una ricerca su e dentro di sé, prima di tutto, ma questa è solo la prima parte, perché poi quella cura la si chiede anche agli altri, e se non la si chiede – spesso per semplice desiderio di quieto vivere – ci si fa comunque attenzione, la si apprezza trovandola e si diventa insofferenti notandone l’assenza; dopo un po’ ci si fa l’abitudine, si fa l’abitudine a essere considerati dei formalisti, degli snob nutriti dai complessi di superiorità, dei pedanti noiosi. [da Squonk]
Di fronte allo sconforto per il pressapochismo, la superficialità, la trascuratezza, la volgarità, ormai così largamente diffusi nella mignottocrazia italiana, invito tutti e tutte coloro che possono, e vogliono, a resistere, a controbattere con la dolcezza, la cortesia, la premura e il bel modo. Vorrei poter dire con la femminilità, senza dover dare spiegazioni e senza essere frainteso. Perché questo mondo voluto e disegnato dai "maschi" ci ha stancato: antagonismo, competizione, sfida, scontro... archiviamoli.
I prepotenti, gli arroganti, le sgomitanti non scompariranno certo, possiamo isolarli però, costringierli a ricredersi con l'invincibile arma delle buone maniere, della garbatezza. Con il bel tratto dell'amabilità. Li spiazzeremo.
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