The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Thursday, June 24, 2010

Campioni del mondo...

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"Dov’e’ il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perche’ negli asili nido non c’e’ posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perche’ falliti? Dov’e’ questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare?

Quell’Italia esiste. Ma il tg1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.

L’Italia che vive una drammatica crisi sociale e’ finita nel binario morto della nostra indifferenza."
 
(Dalla lettera di dimissioni Marialuisa Busi indirizzata a Augusto Minzolini.)

* * * 
 
Ricordiamo ancora del 2006 quell' "accoglienza trionfale riservata ai campionissimi all'aeroporto militare di Pratica di Mare e arricchita anche dalle evoluzioni delle Frecce Tricolori, che hanno dedicato una nuova figura agli azzurri, denominata «Berlino 2006». Quando si apre il portello il primo giocatore ad apparire sulla scaletta è capitan Cannavaro, con la Coppa, accanto a lui Marcello Lippi e il capo delegazione, Giancarlo Abete. Poi via via tutti gli altri. Giocatori mischiati a dirigenti, mogli e fidanzate. Buffon, giudicato il miglior portiere del Mondiale, con occhialoni da sole. Quindi Zambrotta, e poi ancora Gattuso che sfoggia un nuovo taglio di capelli alla marines. Rasato a zero è anche De Rossi. Un sorridente Del Piero è tra i primi a fermarsi a parlare con i giornalisti: «È un grande emozione, ora vogliamo festeggiare».
 
[...] Il pullman con la nazionale entra successivamente nella zona del centro di Roma dirigendosi tra due ali di folla in festa verso Palazzo Chigi dove a ricevere la squadra è il premier Prodi. Il Professore accoglie gli azzurri in piazza Colonna, con lui ci sono tra gli altri i vicepremier D'Alema e Rutelli e il ministro per lo sport Melandri. Il premier va quindi incontro a Cannavaro e insieme a lui alza la Coppa al cielo. Entusiasmo indescrivibile tra i presenti: giornalisti, dipendenti, visitatori, autorità. Poi, nel cortile del palazzo, la banda dei carabinieri attacca l'inno di Mameli e i calciatori iniziano a cantare. La piccola folla presente si unisce, ne nasce un momento emozionante."
 
Romano Prodi era lì con il suo faccione a dire che avrebbe governato per cinque anni...
 
Oggi, finita per l'Italia l'avventura del campionato mondiale di calcio 2010, gli italiani e le italiane si sveglieranno dal torpore? Temo proprio di no, rimane la magra consolazione che l'attuale capo del governo non potrà, come quello precedente fece, usare la vittoria ad un campionato di calcio e il titolo di campioni del mondo (di che mondo poi...) per dire che siamo un Grande Paese...
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1 comment:

d. said...

Faccio una cosa inedita: "rubo" un commento a questo post http://anellidifum0.wordpress.com/2010/06/26/quello-che-alcuni-non-capiranno-mai/ e lo incollo qui sotto. Ringrazio e spero che l'autore non me ne vorrà.

Meursault
29 giugno 2010 at 11:21

Sarà che non ho mai gradito le corride. Sarà che digerisco il panem con un occhio vigile al parlamento senza che i circenses infondano la loro calcolata euforia destabilizzante. Sarà che per sentirmi italiano (qualunque cosa significhi) non ho bisogno delle guasconerie di ragazzoni analfabeti sui quali si ripongono patriottiche speranze.
Non ho mai amato il calcio, covo del maschilismo più becero, scusa per sfogare gli istinti più bassi. Ma a parte le considerazioni personali, il calcio in Italia è più che un condensatore di soldi, è un enorme apparato volto alla deregolamentazione tributaria, una sponda che giustifica il genuino, italiano ardore per l’evasione fiscale. Nel 2004 è stato approvato il cosiddetto decreto salva calcio che permette alle società di calcio professionistiche italiane di svalutare il valore dei calciatori e di dedurre fiscalmente la relativa svalutazione. Poco dopo ha visto la luce il fantomatico Spalmadebiti che recita “Le societa’ sportive previste dalla presente legge possono iscrivere in apposito conto nel primo bilancio successivamente alla data di entrata in vigore dalla presente disposizione tra le componenti attive quali oneri pluriennali da ammortizzare, con il consenso del collegio sindacale, l’ammontare delle svalutazioni dei diritti pluriennali delle prestazioni sportive degli sportivi professionisti, determinato sulla base di un’apposita perizia giurata”. in poche parole le società che avevano voragini nel bilancio (Roma, Lazio, Milan, Inter) hanno potuto e potranno dilazionare il debito nell’arco di 10 anni in deroga alla legge vigente in materia.
Senza contare poi lo scandalo Moggi e il suo “così fan tutti da sempre”, le confessioni di Borsano sulle mazzette a Galliani, i finanziamenti illeciti al Coni e via salmodiando.
Ora, capisco la propensione popolare alla semplificazione: “vinciamo al gioco dell’oca perchè siamo italiani ergo siamo i migliori”, ma chi sa leggere e scrivere (e magari capisce anche cosa legge e scrive) ben si guardi dal perdersi imbambolato davanti a certe esecuzioni pubbliche, come si faceva di fronte al palchetto di Mastro Titta. E non è un paragone azzardato, considerando che i Mondiali in Sudafrica sono stati il banco di prova di fameliche multinazionali che hanno legittimato lo sfruttamento dei paesi africani a fronte della benevolenza del temporaneamente approdato tendone da circo mediatico. Qualche sponsor? Coca cola, Mc Donald’s, Adidas, Emirates. E’ un blog di gente acuta, non sono certo io a dover ricordare le colpe accertate di certe corporation. E non sono certamente io a dover sottolineare il danno sociale causato dalla sinistra (filo-Cristiana) idolatria nei confronti di certe figure rozze e analfabete (i calciatori) che hanno il merito di sgambettare (farmacologicamente) e il demerito di non capire nemmeno la struttura sintattica della lingua che parlano. La cosa, per quanto pedante ed incline al paternalimo, ha un riflesso nefasto sulle aspirazioni delle future leve (l’effetto Carfagna per intenderci). Un ricercatore può capirmi.
Detto questo, che si continui pure a festeggiare senza dimenticare che è una festa pilotata, cinicamente approntata e di parata. Quando si sarà paghi di striscioni e trombette si potrà cominciare a ridere della festa e non per la festa. A quel punto si deporranno le bandiere e s’inizierà a cambiare. Sinceramente, però.

Saluti.