The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Monday, January 17, 2011

Ancora uno sfogo...



'
Quel manipolo di giovinastri ideologizzati, sempre pronti a far manifestazioni contro Israele e in favore dell'angustiato popolo palestinese, dov'è finito ora? Ora che è caduta una dittatura, ora che un despota sanguinario come Zine El Abidine Ben Ali è scappato come un topo a rifugiarsi in un altro paese noto per il rispetto dei diritti umani. Perché non c'è nessun sinistrese di turno che inneggia alla fine dell'oppressione per i nostri fratelli tunisini? Forse perché è nostro fratello soltanto chi è "oppresso" da uno stato democratico i cui confini e la cui stessa esistenza furono e sono oggetto di molti conflitti con i paesi limitrofi? Perché i ben intenzionati di casa nostra quando si parla di arabi oppressi invocano libertà, pace e giustizia solo per i palestinesi? 

Con la scusa di respingere il fondamentalismo islamico l'Occidente ha continuato fino al 14 gennaio 2011 ad ignorare o tutt'al più a sorvolare sulla questione delle libertà fondamentali per tutti i cittadini dei paesi arabi. L'essere tiranneggiati, perseguitati e sterminati  era visto nei loro confronti come un "collateral damage": popoli così a rischio di cadere dalla padella dei dittatori (scelti, formati e insediati dalle democrazie dell'Occidente) alla brace dei non meno odiosi islamisti brutti e barbuti (così restii, ufficialmente, a farsi ammaliare dalle promesse dei consumi sfrenati e del capitale). 

I giovani tunisini, dai loro blog, da facebook, da twitter e compagnia, ci hanno accusato di essere stati non solo troppo tolleranti ma anche complici, noi occidentali, di quel regime liberticida che fino a qualche giorno fa li ha soffocati, li ha umiliati. Io do loro pienamente ragione. 

Ha fatto troppo comodo fino ad oggi, per ragioni di convenienza economica e mercantilista, tenere gli occhi chiusi di fronte al terrore e alla repressione subiti da chiunque in Tunisia osava alzare la voce. Le prigioni di Marocco, Algeria, Libia, Egitto, Giordania e Siria sono piene di innocenti e noi, del cosiddetto civile Occidente, accogliamo i loro capi di stato con tutti i crismi, ci lasciamo incantare dalla bellezza  un po' fatua di Rania di Giordania: che tanto fa per le donne e per i bambini del suo paese mentre il marito ordina di torturare e ammazzare chiunque metta in dubbio le legittimità del suo potere. Nessuno venga a raccontarmi che queste belle regine, sceicche e first lady ignorano i metodi brutali dei loro mariti.

Ricordo come fosse ieri, ero a El Mahdia, le urla di una madre quando le fu detto che suo figlio era stato arrestato per aver criticato il signor Ben Ali, per essersi lamentato di non trovare un lavoro mentre stava seduto ai tavolini di un bar. Un anno e mezzo di galera per cominciare, poi si sarebbe visto, a seconda della bravura degli avvocati che la famiglia si sarebbe potuta permettere. E Khaled che aveva paura di parlare male del presidente persino i mezzo al deserto? Sussurrava temendo vi fossero spie anche lì a centinaia di chilometri da qualsiasi centro abitato! Tale era il terrore.

Forse è arrivato il momento di smettere di pensare a Marocco, Tunisia e Sinai come fossero un unico grande club med che ci aspetta nei mesi caldi soltanto quando ci viene voglia mettere le nostre chiappe al sole. 

Quando ci fermiamo a contemplare l'orizzonte e sotto i nostri occhi si stende il Mediterraneo, placido e familiare, riflettiamo: "l'origine della nostra visione del mondo, del nostro gusto di vivere, del senso che diamo alle cose, dell'umorismo con cui le affrontiamo", unisce e non separa noi, Sud dell'Europa, a loro, Nord dell'Africa. I giovani tunisini hanno mostrato un coraggio e una dignità che, dalle nostre parti, da tempo non si vedevano. Questo va loro riconosciuto, augurandoci inoltre che la vita che molti di loro hanno sacrificato non sia stata sprecata. E che nessuna canaglia, con la complicità dell'Occidente, possa nuovamente oscurare il loro futuro e i loro sogni. 
'

3 comments:

Marco said...

Sfogati più spesso :-)

miss brodie said...

Sì, è vero. E' impressionante la dignità di questo popolo offeso che vuole un altro sistema, non un altro politico al potere.

d. said...

Certo, prima delle elezioni sarà necessario garantire: riforme sostanziali al sistema dei partiti politici, ai processi elettorali, alla libertà di associazione, ai diritti civili e alla libertà dei mezzi di informazione. E' per questo che si battono e si sono battuti i tunisini, alcuni pagando con la propria vita.