The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Saturday, June 29, 2013

L'idea di un viaggio. Malta?

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L'idea di un viaggio a Malta mi intrigava da tempo. Le immagini con le quali promuovono La Valletta però mi avevano sempre fatto rinunciare all'imminenza di togliermi questo sfizio. Albergacci orrendi uno infil'all'altro, colate di cemento diqqua e dillà. "No -mi dicevo- meglio evitare una delusione. E lasciare intatta un'idea". Così ho posticipato per anni il viaggio in cerca di qualcosa nella terra che fu dei cavalieri di San Giovanni, e di molti altri se per quello, dai fenici in poi...
Complici diversi fattori, fra cui la mancanza di tempo per organizzare qualcosa di più articolato, un'allettante tariffa aera della compagnia di bandiera (non la nostra... Air Malta of course), il desiderio un po' perverso di vedere confermati i miei dubbi, ed eccomi qui a Gozo. Una delle tre isole di questo aricpelago "sovrano" di se stesso, ma ormai anch'esso succube di Ang(h)ela M...
Tutti i miei presentimenti si sono puntualmente manifestati sotto i diversi tipi di scempi che mi aspettavo. Speculazione edilizia, traffico di automobili e, salvo rare eccezioni, tanta bruttezza anche nei più sperduti dei villaggi. Il tratto tipicamente mediterraneo del non sapere, del non volere e a volte del non potere muoversi senz'automobile o altro mezzo privato a motore qui trova la sua piena conferma.
La possibilità di passare anche una sola notte sull'isola di Malta l'ho scartata ancora prima di partire, sfogliando le pagine di una dettagliata guida, comodamente seduto sul sofà di casa.
Compagnia aerea, aeroporto internazionale seppur di dimensioni ridotte, efficienza della capillare ed economica rete di trasporto pubblico rendono comunque accettabile se non piacevole l'arrivo. A qualcosa aderire all'Unione Europea serve.
Dal capolinea dei bus dell'aeroporto prendo l'X1 che mi porterà direttamente allo scalo dei traghetti, L-lmğarr Vapur, per le isole di Ghawdex (Gozo) e Camun (Comino). Il traghetto di linea per Gozo ha la particolarità di essere gratuito all'andata e a pagamento per il ritorno.
La mia prima destinazione è Marsalforn, anonima e triste cittadina di mare sulla costa nord occidentale dell'isola. Al porto, dovendo attendere per circa tre quarti d'ora il bus che è appena partito, cedo alle lusinghe e alla relativa bellezza di Darren e mi concedo una corsa in taxi. Esito un po' inizialmente e contratto sul prezzo. A convicermi sono i suoi modi comunque gentili e mai insistenti e il suo accento italiano da turco. L'aspetto potrebbe essere quello di un tunisino o di un siciliano, l'età fra i venticinque e i trenta al massimo. Una tentazione, il va sans dire!
Di Marsalforn dirò soltanto che ho quasi assistito ad un omicidio, unica cosa degna di nota durante i miei gironi di permanenza lì. I ristoranti mediocri, il mare appena passabile, i marsalfornini scialbi. In definitiva non è che un luogo di villeggiatura e soprattutto di seconde case per i maltesi più o meno borghesi.
Ma torniamo all'omicidio. Del venditore ambulante. Costui, come la maggior parte di noi, sicuramente ignorava, mettendosi al mattino alla guida del suo furgoncino di panini e bibite scadenti, che quello sarebbe stato l'ultimo giorno della sua vita. Si piazza in un parcheggio sul non ancora affollato lungomare ma trova che un povero cedro libanese disturba la sua miglior collocazione. Quindi che fare? Semplice lo butta giù. Non so se a furia di furgoncinate o con altro istrumento. Fatto sta che un compaesano assiste e non gradisce. Ne nasce un diverbio. L'ambulante arrogante sembra avere la meglio e, scacciato il rompiscatole, prosegue indisturbato la magra attività rifocillatoria. Ma l'altro torna, in automobile questa volta. Ancora insulti, dal suono dolce però, dell'arabo frammisto al siciliano. Il venditore-forte-di-sé scende dal trabiccolo cuciniero e fa per dirigersi contro l'altro che fulmineo con la sua auto gli passa sopra ammazzandolo senza alcuno scampo o pietà. Il Malta Times online riporta la notizia  riferendo di un tree pruning issue e fra i commenti spiccano le parole onore, vendetta, giustizia, ambientalismo... Mi sono trovato a passare di lì poco dopo la dipartita di mezzi di soccorso e polizia. Il cedro sdradicato era rimasto desolatamente atterra, non degno di essere requisito quale evidenza, prova o causa scatenante il reato.
Alcune scorribande sull'isola mi hanno permesso di visitare Rabat, Xlendi, Ramla etc. Nulla di ciò che io cerco in una vacanza.
Ultima spoeranza rifugiarmi nel costoso resort sorto ad opera di un italiano una ventina d'anni fa sull'altopiano di una riserva naturale protetta chiamata Ta' Ćenć. E qui si apre un altro capitolo.
Ta' Ćenć è qualcosa di speciale per Gozo, essendo anche di recente riuscita a sopravvivere alla voracità dei real estate developers. Noise-pollution is non existent, un balsamo per le orecchie di noi cittadini. Il paesaggio si è fermato a un secolo fa: solo gariga e muretti a secco. Un paradiso per lucertole, biscioni e fauna avicola che qui, a differenza che nel resto del paese, non può essere cacciata. E i maltesi della loro passione per la caccia ne vanno fieri...
I gentili ospiti di questa struttura sono in linea di massima tutti general directors o chief executives di grandi aziende transnazionali, per la maggiorparte brittannici ma anche francesi, tedeschi e svizzeri. Qualche italiano, di profilo più basso c'è pure. Ognuno con distinta signora al fianco. A cena, casualmente, ho sentito ciò di cui discutono: titoli e azioni varî, partecipazioni in altre aziende, di come ormai viviamo tutti sotto controllo, in particolare di quanto siano sotto controllo i movimenti finanziari di qualsiasi natura o entità, delle diversità di routine fra la loro vacanza tipica a Aix e la vacanza di qui, del conto del ristorante giunto in quel momento: "cinquante euros". Per tenerlo sotto controllo divideranno un dessert in due, apple pie con sopra un'improbabilissima palla di gelato, mangiata via a colpi di forchettina.
Durante il giorno, a prima colazione, attorno alla piscina, nei saloni e nei lounge vari, ci si scambia un lieve cenno di saluto inclinando impercettibilmente il capo fra uomini. Le signore, più generose, un "Hullo!" a denti strettissimi riescono ancora a pronunciarlo. Non ci si mischia, non si parla con nessuno, non ci si fida di nessuno, si cerca, per quanto possibile, di restare invisibili. L'intera struttura dell'hotel è invisibile, sviluppato su di un altopiano in camere a solo pianterreno, di pietra, ricoperte di canne e di vite e altre piante di ogni genere. Un minuscolo pittogramma fa capire che è vietato l'uso del cellulare in tutti gli spazi comuni, nel restaurant, nei saloni e a bordo delle due piscine. Comunque sia non si vede nessuno degli ospiti farne uso nemmeno nelle vicinanze dell'albergo. Le persone veramente importanti non vengono evidentemente infastidite dall'odioso gadget che fa sentire importanti e indispensabili soltanto i tapini alle loro dipendenze.
Immergersi in questo paradiso artificiale può giovare per ovvi motivi, ma non bisogna dimenticare che il mondo che c'è là fuori (di sofferenza, di diritti negati e quant'altro) lo hanno disegnato e lo controllano quelle stesse persone di cui sopra e a cui sembra fare tanto orrore e paura...
Domani un volo di linea, in poche ore, riuscirà a riportarmi all'ordine?
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Saturday, June 22, 2013

Little bird's story

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Suddenly, I seen it on a street curb in desolate Marsalforn, on island Ghawdex, Malta, a little sparrow, few weeks old, tiny and fluffy, old enough to be determined to live yet defenceless and easy catch for the hungry random Mediterranean cat...


Methought what'll I do? Try to place it somewhere high: a balcony, a window sill. Its bird parents are probably looking for it, their flying-lessons audacious scoundrel.

If I take it in my hands they may smell the human touch and decide to forsake it. Terrible fate.

So I decide to go and leave it to its own devices. To its own life or death.

I hope for the best and it feels good.

It feels good.
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