The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Sunday, October 17, 2010

Pensieri sparsi e scribacchiati...


Twilight in Cairo, October 14th 2010 (c) DDM
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Le strade di Zamalek all'imbrunire si fanno piu' buie che nel resto della citta', per via dei grandi alberi, polverosi e assetati, dalle foglie dure e larghe. Altrove, al tramonto, tutto il Cairo si colora d'arancio, i campanili delle tante chiese e i loro cugini, ma'aazen, i minareti, proiettano ombre lunghissime. Metallici, per via degli altoparlanti, si diffondono gli inviti ad improbabili preghiere della sera. L'involontario promeneur solitaire avrebbe di che lasciarsi sedurre, ma la giornata e' stata dura, il traffico sempre consistente, le polveri perenni della sabbia mischiate a quelle dei combustibili, la lotta per arrrivare a fine giornata non indifferente.

Tutti sono stanchi. Il momento del riposo e' ancora lontano pero'. Ci sono le faccende domestiche da sbrigare per chi e' donna, madre e moglie, le faccende sociali per chi e' uomo e deve guadagnarsi oltre che da vivere, rispetto e considerazione. Non puo' egli scomparire la notte e farsi accogliere dalla quiete domestica. Lo attendono chiacchiere e caffe', tabacco e badgamon, l'egiziano maschio medio si abbrutisce per affermarsi...

Gli expats dopo un'altra giornata all'insegna della noia si rifugiano in uno dei tanti locali o ristoranti alla moda, dai prezzi proibitivi cosi' da non avere l'imbarazzo di effettuare una selezione all'ingresso. Qui l'affermato uomo d'affari egiziano portera' la sua maitresse, sicuro di non incontrare indiscreti compaesani. Non appena pagato il salatissimo conto, tanto per dire al Taboula, noto ristorante libanese a Garden City, lei esageratamente truccata, profumata e abbondantemente sovrappeso, gli schiocchera' un sonoro bacio sulla guancia e sorridera', felice anche dei costosi regalini ricevuti per la serata, ancora in bella mostra sul loro tavolo.

Il ronzio instancabile dei condizionatori non cessera' neppure questa notte, rendendola piu' calda e piu' umida di quanto gia' non le consacrino gli eccezionali 35 gradi per questa stagione, per questa estate che neppure qui vuole finire.

E' difficile pensare in questa citta'.
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Tuesday, October 12, 2010

DELAYED.

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Milan Malpensa Airport, October 11th 2010, (C) DDM

Egypt Air, Flight MS 2704. Expected Departure: 1.55am

Dopo un arrivo un po' rocambolesco, il ritardo aereo e' stato pero' recuperato... un autobus cella frigorifero della West Delta, mi trasla dall'aeroporto del Cairo ad Alessandria d'Egitto, con temperature che oscillano fra i tredici e i diciassette gradi... Come pesce congelato siamo giunti nella decadente citta' di Cavafis....

Kom El Dik, nel pomeriggio, mi ha riservato la sorpresa piu' bella. Avevo visitato questo quartiere centrale della citta' nel 2006 (accompagnato dal fratello di un caro amico che allora stava a Milano e ci aveva tenuto che girassi per la sua citta' accompagnato da una persona fidata), allora pero' non ebbi l'accortezza di segnarmi il nome della zona o indicazioni precise su come tornarci, e infatti pur rivistando Alessandria varie volte, non ero piu' riuscito a localizzare la zona. Il giorno prima di partire, ero ancora a casa, un pensiero ce lo feci: ''Chissa' se riuscissi a tornare in quel posto cosi' antico e cosi' vivo''. Accontentato! Con lo scopo di riambientarmi, a zonzo per la citta', ci rifinisco per caso, nella memoria avevo localizzato il luogo in tutt'altra parte della citta' ed per questo che i miei precedenti tentativi erano falliti. Scavi archeologici a partire dagli anni cinquanta del Novecento rinvennero un teatro romano e i resti di terme risalenti al III secolo d.c.

A Kom El Dik io ho "rinvenuto" Wael e Amru. Oltre ad essere entrambi gentili e dolcissimi, Amru e' anche bello da favola. Fa il manovale presso il porto di Alessandria. Nella sua semplicita' Amru e' molto elegante, definirei i suoi modi morbidi, dolci e allo stesso tempo i muscoli delle sue braccia, le sue mani grandi e ferme, lasciano trasparire la forza fisica che e' in lui. Con il cuore in mano e un sorriso binachissimo mi ha detto (in arabo, di inglese sa solo qualche parola): "Sono felice di averti incontrato". Un'enfasi cosi' bella sulla parola sayid, si vedeva che non e' stata una frase di circostanza. Ma tutto si ferma li'. Perche' io con un manovale ventenne del porto di Alessandria che ci faccio?

La serata finisce con un succo di guava e una cara amica, al City Cafe', al 21 di Salah Salem Street, il cui proprietario e' un vecchio siriano, credo cristiano, noto a tutti come El Cuptaan, il Capitano. Le dico che per il giorno successivo vorrei andare a Rosetta, se piu' o meno mi sa indicare quanto potrei venire a spendere in taxi. Lei chiede al Capitano, lui fa una chiamata. E' il suo autista di fiducia. Nemmeno fossi entrato in un'agenzia viaggi. Tutto e' organizzato. Alle undici e mezza dell'indomani Maximus mi verra' a prelevare davanti all'elegante Consolato d'Italia, sulla Corniche, e da li' via verso l'antica Rachiid senza la cui stele Champollion non sarebbe diventato famoso... Rosetta e' tutta sfasciata, le sue case cadono a pezzi e le strade sono tutte fango. E' il paradiso dei gatti. Il pesce si vende ovunque e ai gatti intraprendenti che salgono sui banchi non viene negato di servirsi per un gustosissimo take away. Si scelgono il bocconcino favorito e saltano giu' soddisfatti, senza che nessuno fra chi vende e chi compra, faccia una piega.

Punto forte della giornata la visita ad una moschea costruita su una striscia di terra su quel ramo del Nilo che da qui entra nel Mediterraneo, ad essa vi si accede unicamente dall'acqua e una volta entrati, guardando fuori, pare di essere su una floating mosque, tanto fu costruita al bordo dell'acqua.

Unico neo: il poliziotto d'alto grado del corpo speciale "per le antichita' e per il turismo" che non solo si e' auto-invitato per un lauto pranzo, a base di pesce e specialita' locali, con me e il mio autista, ma nel congedarsi ha fatto capire che gli era pure dovuta una mancia. Ho finto di cercare nel portafoglio quindi gli ho allungato 10 lire egiziane, niente, poco piu' di un euro, qui riescono a comprarsi un pacchetto di sigarette e un te' alla menta. Deluso ha avuto l'ardire di lamentarsi, dal mio sguardo ha capito che ero pronto anche a prendermele indietro le dieci lire, quindi ha girato i tacchi e se ne e' andato, il grasso fellone dalla pancia piena. Maximus. l'autista ci e' rimasto male peggio di me.

Domani e' un altro giorno, vediamo chi mi chiedera' una mancia non meritata...

Sunday, October 10, 2010

Ready to go...

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Settembre e ottobre (che per me è già finito) sono stati mesi pieni di cose, soprattutto di lavoro. Lavoro sodo, si potrebbe dire, quello che tanto piace ai milanesi...

Anche quest'estate però, sempre per me, non è ancora finita. Non la voglio far finire, ecco. Forse perché è l'ultima prima dei miei quarant'anni? Sono certo che, a cercarlo, si trova un calendario per il quale è sempre estate, per il quale il 21 settembre conti poco.

So I am ready to go, in a few hours I'll be boarding an airplane, going south...
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L'immagine è puramente indicativa
e (purtroppo) non rappresenta la configurazione reale
dell'autore di questo blog...
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