The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Monday, August 08, 2011

Obituary

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L'ultima volta che lo vidi fu a Sidi Bou Said, antico borgo arabo-andaluso a venti chilometri circa da Tunisi, oggi inflazionatissima località turistica. Era un mese di gennaio di parecchi anni fa, indossava un ampio cappotto di cammello, lo portava manco fosse una pelliccia di visone e lui una cortigiana dei tempi moderni. Ancora doveva compiere i suoi ottant'anni.

Il senatore, così bisognava chiamarlo, ebbi modo di incontrarlo e di parlargli in due distinte occasioni, a Tunisi, nella sua casa-museo. Con la complicità del guardiano, ragazzo di campagna, ebbi anche accesso ai suoi appartamenti privati: il grande letto era ornato da drappeggi e tendaggi di lino, tutto color panna, tutto molto delicato e al contempo ostentato.

Non mi piacque per nulla: affettatoartefattomanierato. Amava essere circondato solo da adulatori, guai a contraddirlo, seppur minimamente, anche per la più stupida delle cose. Tale padre, tale figlia, l'arabista, quella che pure ebbi il destino di conoscere. Raramente mi capitò di essere trattato così villanamente come da quei due. 

Oggi ho appreso che è stato barbaramente ucciso a ottantaquattro anni dal suo "cameriere" Saiful Islam: un ragazzo bengalese di ventun anni. Un conoscente dei due non riesce a darsi pace: "Non capisco cosa possa essere caduto. [Saiful] E' un ragazzo mite, educato, servizievole, che era molto legato a Ludovico. Mandava parte del suo stipendio alla famiglia, rimasta in Bangladesh, per mantenere agli studi il fratello. E' davvero una cosa inspiegabile". Il cameriere viene anche così descritto: "un giovane perbene che accudiva il senatore con dedizione e amore. Ricordo che lo accompagnava ovunque, quando andava a Palermo presso l'assessorato regionale gli portava la borsa. Poi lo accudiva con molta dedizione. Non so cosa sia potuto accadere per arrivare a uccidere il senatore per cui Saiful stravedeva. Negli ultimi mesi [il senatore] gli aveva persino pagato di tasca propria la scuola guida per prendere la patente. Non solo, lo aveva messo in regola. Insomma, Saiful aveva trovato una seconda casa". "Accudiva in maniera esemplare il senatore ed era ricambiato con affetto". "Gli investigatori [...] stanno ascoltando diverse persone, nella cerchia di amici ma anche di colleghi di lavoro, per capire se tra l'ex senatore e il domestico i rapporti andavano oltre quelli lavorativi. Se dietro al delitto, insomma, ci sia un movente passionale. L'ex senatore era un personaggio molto eccentrico, che vestiva in modo vistoso indossando cappelli a larghe falde e lunghe sciarpe bianche. Anche per questo motivo non passava di certo inosservato. Nel 1975 era stato vittima di un attentato intimidatorio [...]. Secondo gli atti dell'inchiesta nell'atto intimidatorio era coinvolto un giovane tunisino che aveva rapporti con l'esponente politico. A Gibellina era amato, quasi adorato."

Nei vari articoli apparsi tutti alludono: il personaggio eccentrico, il vistoso modo di vestire, l'antico caso del giovane tunisino, ma nessuno osa dire quello che è chiaro agli occhi di tutti. Questo ennesimo triste caso ricorda fin troppo da vicino quello del sessantaquattrenne vicario apostolico dell'Anatolia, assassinato a coltellate a Iskenderun, dal suo "autista e collaboratore fidato" ventiseienne nel giugno 2010.

A quando la fine dell'ipocrisia sui delitti a sfondo omosessuale?
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