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Sotto questo slogan, sabato 29 gennaio, diverse migliaia di persone, ben al di sopra delle aspettative degli organizzatori (perché a sinistra tendono sempre al pessimismo?), si sono riunite in Piazza della Scala a Milano.
Rarissimamente prendo parte a manifestazioni di piazza, ma ieri sono stato felice di esserci, in mezzo a moltissime donne e tanti uomini. E' assurdo dover scendere in piazza per reclamare dignità, per spiegare che le donne non sono merce, che non è e non deve essere necessario prostituirsi per trovare un lavoro o per entrare in politica, per urlare a gran voce che siamo stanchi di avere un presidente del consiglio faccendiere e puttaniere, per mostrare che esistono anche persone "normali" che non hanno bisogno di muoversi in mercedes, indossare gioielli, rifarsi culo e tette, stirarsi le rughe. E' assurdo ma necessario, considerato che in tv si mostrano, quindi esistono, quasi esclusivamente realtà fittizie e si inscenano oscene pantomime persino al TG1! Dal 1993 non posseggo un televisore quindi molto di quel che accade in tv lo so da una parte per sentito dire, dall'altra, sconsolatamente, sono costretto a leggerlo sui giornali che anziché raccontarci la realtà ci raccontano di quello che succede o è successo o succederà in tv...
Per quasi due ore in Piazza della Scala si è rimasti ad ascoltare la lettura di messaggi giunti sia da parte di personalità del mondo della cultura e della politica: Susanna Camusso, Giuseppe Cederna, Concita De Gregorio, Lucrezia Lante della Rovere, Moni Ovadia, Giuliano Pisapia, Franca Rame, Luis Sepulveda, Nichi Vendola, sia da parte di persone comuni che hanno ribadito quanto si leggeva nell'appello Mobilitiamoci per ridare dignità all’Italia: "Quel che accade nel nostro Paese offende le donne, ma anche gli uomini che non si riconoscono nella miseria della rappresentazione di una sessualità rapace e seriale, nello squallore di una classe dirigente che ha fatto dell’eversione di ogni regola e del sovvertimento di qualunque verità il suo tratto distintivo".
In fondo ognuno di noi è responsabile di quel che l'Italia, il nostro paese, è diventata, nessuno all'infuori di noi, giorno dopo giorno, ha contribuito a rendere l'Italia quello che essa è oggi. C'è chi lo ha fatto compiendo veri e propri crimini o abusi, c'è chi lo ha fatto approfittando delle disgrazie altrui, c'è chi lo ha fatto tacendo, voltando la faccia dall'altra parte dicendo "tanto queste cose non mi riguardano".
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Il prossimo appuntamento a Milano per dire "BASTA" è fissato per il 13 febbraio 2011, in Piazza Castello.
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