The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Saturday, September 04, 2010

Il femminismo è out, la poesia in.... جمانة حداد بريشاتهم

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Di lei avevo già sentito parlare a causa della sua controversa rivista che in Libano affronta tematiche scottanti: erotismo, omosessualità, e getta nuova luce sul corpo degli uomini e delle donne. Joumana Haddad, bella, magnetica, ti cattura subito con il suo sguardo fisso, franco, con i suoi occhi nei tuoi occhi, ti lascia senza scampo. E' raro ritrovare ciò in una donna araba, ma lei lo fa senza esitazioni! La sua è una ribellione, una sfida senza compromessi e nessuna metafora, nella vita come nella poesia che scrive. Ho potuto stringerle la mano, salutarla brevemente, e porgerle una domanda durante un colloquio pubblico, ad Ancona, in occasione del Festival Adriatico-Mediterraneo 2010, ancora in corso fino a domani.

Mi è piaciuta subito, come mi è piaciuto quasi tutto quello che ha detto e le poesie che ha recitato in arabo. Nata a Beirut nel 1970, da famiglia cattolica di rito orientale, traduttrice, giornalista, poetessa, è anche fondatrice e editor della rivista trimestrale Jasad-جسد che l'ha ormai resa una piccola star nel mondo arabo progressista e progredito.

Joumana ha le idee chiare e non ha paura a far sentire la sua voce:

"Andare a pregare dovrebbe essere come andare a fare l’amore: un’ affare privato. Si parla sempre di oscenità sessuale, ma perchè nessuno parla di oscenità religiosa? Chi fa l’amore in pubblico viene mandato in prigione: sostengono che sia “un’offesa al pudore pubblico”. Io sogno un mondo laico, non contaminato, dove lo stesso trattamento è riservato a coloro che fanno spettacolo della loro fede religiosa. Eppure, lo confesso, aspetto con grande impazienza il giorno in cui una cantante musulmana danzerà in pubblico con un piccolo Corano appeso tra i seni nudi. Vivrebbe, la sciagurata, 24 ore per raccontarlo. Intanto, io vado a pregare a modo mio. Cioè a fare l’amore. In privato. Molto in privato."

Sulla Barbie con il burka non ha esitazioni: "Questa bambola è un attacco scandaloso e nauseabondo contro la donna. Non ci sono altre parole per descriverlo, uno dei simboli di questa cultura femminile perdente, basata sull’autodisprezzo, l’auto-indulgenza e la mancanza di ambizione. E lo sta dicendo una donna araba non femminista."

Nel corso della serata le sue parole sono equilibrate, traspare sempre l'individuo che è riuscita a diventare, restia a farsi appiccicare etichette che, dice, ci fanno annoiare di noi stessi, rivendica la libertà di essere molteplice, di poter cambiare, di "poter andare a cercare il mondo intero dentro noi stessi. Non una battaglia collettiva, ma l'espressione di una voce individuale che ci aiuti a ritrovare noi stessi e gli altri, che ci insegni ad amare e a soffrire meglio. Perché i giorni in cui non si ha voglia neppure di scendere dal letto ci saranno sempre, per tutti, è normale".   

Il femminismo per lei è caduto in tante trappole, fra cui, per esempio, la sua voglia di far somigliare le donne all'uomo o quella di trasformare l'uomo in un nemico, ma l'uomo può essere e, secondo Joumana, è, se lo vogliamo, un complice della donna.

Le mie parole qui non le rendono giustizia, vi lascio quindi con un invito alla lettura di una sua poesia.

Io sono Lilith la dea delle due notti che torna dall’esilio

Io sono Lilith la dea delle due notti che torna dall’esilio.
Io sono Lilith la donna destino. Nessun maschio ne è sfuggito, nessun maschio ne
vorrebbe sfuggire.

Io sono Lilith che torna dalla cella dell’oblio bianco, leonessa del signore e dea delle due notti. Raccolgo ciò che non può essere raccolto nella mia coppa e lo bevo perchè sono la sacerdotessa e il tempio. Consumo tutte le ebbrezze perchè non si creda che io mi possa dissetare. Mi faccio l’amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio, poi uccido i miei amanti per far posto a quelli che non mi hanno ancora conosciuta.

Dal flauto delle due cosce sale il mio canto
E dalla mia lussuria si aprono i fiumi.
Come non potrebbero esserci maree
Ogni volta che tra le mie labbra verticali brilla un sorriso?

Non sono la ritrosia nè la giumenta facile,
Piuttosto il fremito della prima tentazione.
Non sono la ritrosia nè la giumenta facile,
Piuttosto lo svanimento dell’ultimo rimpianto.

Io sono la leonessa seduttrice e torno per coprire i sottomessi di vergogna
e per regnare sulla terra.
Torno per guarire la costola di Adamo e liberare ogni uomo dalla sua Eva.

Io sono Lilith
E torno dal mio esilio
Per ereditare la morte della madre che ho generato.

Joumana Haddad
da Il ritorno di Lilith - عودة ليليت
(Traduzione di Oriana Capezio)
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