The world may be known Without leaving the house;
The Sky may be seen Apart from the windows.
The further you go, The less you will know.

Sunday, November 29, 2009

Aspettando l'autobus, il treno, l'aereo...

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Io aspettavo il duecentoventotto, alla Stazione di Trastevere, qualche settimana fa, in realtà era la due-e-ventotto che non arrivava... e ci ha messo cinquanta minuti prima di farsi vedere. Non mi sono minimamente spazientito, c'era il sole, c'erano degli alberi con belle chiome autunnanti, c'era un muretto su cui poggiare le chiappe e tanta tanta umanità. Perché Roma è così, o almeno io la vedo così. Dal privilegiato punto di vista di uno di passaggio, che se anche l'autobus non arriva tanto sono in vacanza e il tempo a disposizione abbonda. Viverci sarebbe tutt'un'altra cosa, mi dice V. che ci è nata e vi conduce la sua lotta quotidiana. L'autista e un ragazzo sull'autobus sono belli, sono machi: testa rasata, massicci, muscolosi al punto giusto, pizzetto. A confronto a Milano sembrano tutti checchine al massimo maschietti. A Roma no, il mito un po' fascista del maschio resiste ancora, anche se non gode proprio di ottima salute. Una debolezza, uno strappo, una trans se la concedono... tanto poi si va in convento, ci si contrisce, ci si pentisce, si scrive una lettera alla papessa di turno e si chiede perdono. Piero Marrazzo, 46 anni, cattolico, divorziato, due mogli (quindi), due figlie, ha fatto così e l'abate di Montecassino, vescovo Piero Vittorelli, ci rivela che "quest'uomo sta compiendo un delicatissimo iter da cui nascerà una persona nuova" cioè più intelligente che non si farà scoprire quando deve fare le cose brutte e sporche, santa romana chiesa docet. Ma sono l'ultimo che si deve lamentare perché è proprio merito di questa cultura sessuofoba mediterranea se esistono tanto adorabili e buzzurri esemplari di maschi arabi e latini. Miss Brodie mi dice che è grazie al latte di cammella, ma va' pazza le dico io, che in percentuale sono pochi pure i beduini tirati su a latte di cammella. E' la grande e misteriosa madre nera del Mediterraneo che ce li cresce così e ce li consegna bòni e con problemi di eiaculatio precox. Il maschio nord europeo, baltico etc. è tutt'un altro metallo, ma questo è tutt'un altro post. Torniamo a Roma ai suoi palazzi, alle sue ville, ai suoi giardini, ai suoi viali, ai suoi grand hotel, e alle sue trattorie, ai vicoli un po' lerci, al metro tutto sgangherato e zozzo, al carciofo e a Mariastella Gelmini il cui palazzaccio domina Trastevere. Ringrazio V. per le grandi matinées che ci siamo concesse, per le marmellate fatte in casa dal suo babbo: sublime fra tutte quella ai limoni, per i tranci di pizza ai fiori di zucca e per gli spaghettoni al parmigiano e uvetta sultanina, per i ricercati tè d'oriente e per le generose caffettiere. Tutto un aroma. Roma è così. "Dowaha" di Raja Amari ce lo siamo goduto nelle fredde cantine di Villa Medici, ringraziamo Napoleone che se l'è presa e ora è Académie de France à Rome, meravigliosamente tenuta e aperta al pubblico: concerti, mostre d'arte, rassegne di film. Cultura insomma. Roma Termini, Freccia Rossa in compagnia di Ali, un algerino che mi racconta la sua storia, nove anni di Svizzera, lavoro regolare (che lì non è come in Italia) e il sogno di sposare una ragazza italiana. Cristina ti invidio un po', hai conosciuto questo gioello su internet... Poi il rientro a Milano, la solita lotta per non farsi fagocitare dalla insulsa ambrosianità del fare, fare, fare che i risultati dovrebbero almeno far capire che c'è qualcosa che non va. Invece no, la sperticata sindaca continua a fare un bel niente. Poi gli obblighi sociali della milanesità, ma alla "festa di compleanno di F." quest'anno non ci sono voluto andare, nonostante l'arrogante insistenza del suo invito, non mi andava di andare a teatro. Ma questo come faccio a spiegarglielo rimanendo gentile? Vedere lo spettacolo pietoso di venticinque/trentrenni che sapendolo giocano a fare i/le grandi (imitando i loro papà e le loro mamme), e riescono solo a sembrare, nel fiore degli anni, dei poveri vecchi, mi avrebbe intristito molto. Non c'è mai tempo per vedersi quando non c'è la volontà di vedersi. E poi il parrucchiere ti ha spostato l'appuntamento, e io sono tuo amico, beninteso, dopo taglio e messimpiega. Ora sto per prendere un aereo che mi porterà ad Al Quseir, Egitto. Cambio aria per un po', per mia gioia e per quella della mia pseudo-capa-ufficio che si è andata a cercare delle spiegazioni del perché un congedo non mi poteva essere negato. Accontentata!

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