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Mi chiamo Piero Marrazzo e vorrei raccontarvi due o tre cose che so di me. Ho 46 anni e sono nato a Roma, all'Aventino il 29 luglio 1958. La famiglia è la mia vera grande passione. Ho tre figlie: Giulia che ha 14 anni, Diletta che ne ha 11 (figlie di primo letto) e la più piccolina, Chiara, che da poco ha compiuto tre anni. Con loro e con Roberta, la donna della mia vita (dopo il primo divorzio), passo tutto il mio tempo libero. (...e Natalì, Brenda, Luana, Palomina, Tiffany, Moira e Camilla... dove le metti?) Mi piace giocare a pallone. Faccio parte della nazionale dei giornalisti, con la quale sosteniamo molti progetti di solidarietà. Sono cattolico (e divorziato), cresciuto, come molti ragazzi della mia generazione, frequentando l'oratorio e la parrocchia di Santa Chiara. (bella roba gli oratori e le parrocchie...*) (Qui non aggiunge "Sono eterosessuale". Certo quello dobbiamo capirlo perché sopra dice che ha "la donna della sua vita", tre figlie e che gioca a calcio.) [...] Negli ultimi otto anni ho condotto “Mi manda RaiTre”. Di quella magnifica esperienza non dimenticherò mai i volti delle tante madri che venivano in trasmissione per battersi per i diritti negati dei propri figli. Sono fiero di essere stato Ambasciatore dell'UNICEF e di far parte della Fondazione Caponnetto, il fondatore del pool antimafia di cui facevano parte Falcone e Borsellino, e della Fondazione Pertini. (Ahi ahi ahi!, nulla però in favore dei transessuali) Per chiudere vi dico qualcosa sulla mia vita privata: adoro il cinema di Sordi (che non era di certo un fenomeno locale come dice qualcuno), Totò, De Sica e il teatro di De Filippo. Mi piace la buona cucina, soprattutto i paccheri ricotta e ragù che credo di cucinare divinamente, e da quarant'anni trascorro le mie vacanze tra Terracina e il Circeo. (mmm... notizie proprio sugose...) Fin qui il mio passato remoto e recente. Per quanto riguarda il presente, attualmente sono impegnato in una bellissima sfida. Sto girando la mia Regione per costruire insieme ai suoi abitanti un progetto di governo serio, efficace e condiviso. Progetti per il futuro? Fare a tempo pieno il Presidente della Regione Lazio!**
Il presente presente lo conosciamo, e non potrebbe essere di ispirazione per la macchietta di un politico nostrano in un film di Alberto Sordi? Che vita dura per le represse, per le insospettabili nell'Italia di oggi... sempre a rischio di essere esposte al pubblico ludibrio. I romani, dei loro politici, queste cose le hanno sempre sapute, è solo che quando telefonini, videofonini e mms non esistevano, tiravano a campa', lasciavano correre. Ora nella società televisivizzata, spettacolarizzata e informatizzata le cose sono cambiate. Questi della generazione che ha fatto "l'oratorio nella parrocchia di Santa Chiara" ancora non hanno capito che i loro peccatucci possono diventare di pubblico dominio da un secondo all'altro, causa della loro rovina in pochi minuti e fonte di reddito per qualche ricattatore che si fa forte della morale corrente, promossa e divulgata da preti e politici bigotti di destra e di sinistra. E così, come fossimo in un film di Almodovar, ci siamo deliziati leggendo dichiarazioni di questo tenore: "Glielo dicevo, io: Piero, stai attento" - spiega Natalì, 30 anni, a Repubblica - "Lasciala perdere, la Brendona, quella è drogata ti fa finire nei guai". o anche: "Dalla comunità trans che la notte si vende al Flaminio e all'Acqua Acetosa, a Prati e alla Moschea, esce un ritratto sconvolgente - e tutto da provare - se riferito al presidente della Regione Lazio. "Marrazzo lo conosciamo tutte benissimo da anni", afferma Luana, anche lei transessuale brasiliana della Cassia: "Quando lo vedono passare - dice - i trans si tirano su le tette per essere scelte: lui paga molto, molto bene. Ci sono "ragazze" come Natalì che ci hanno fatto una fortuna, decine di migliaia di euro. Natalì è la sua preferita, ma stava spesso anche con Brenda, una tipa grande e grossa che chiamiamo la Brendona e che da un pezzo andava in giro a dire che cercava di vendere un video compromettente ma non trovava nessuno che lo comprasse. Una vera stronza: questa è estorsione, mi sa che con questo caos è scappata" Da quando è scoppiata la bufera, le transessuali che abitano nella zona di via Gradoli hanno ricevuto visite a raffica dai carabinieri del Ros: "Sono andati dalla Palomina sulla Cassia, da Tiffany e Maira in via Gradoli, da Camilla ai Due Ponti, da Brenda e da un sacco di altre. A tutte - dice Natalì - hanno preso i computer e i telefonini per cercare immagini. Ma non troveranno nulla. Lo so che accusano tutti me, ma io giuro che non c'entro proprio niente con le foto e i video. Io sono sicura che non usciranno mai perché non ci sono, ma se spunterà fuori un video vi invito a confrontarlo con me e con casa mia". Un appartamentino ordinato, pulito, arredato con gusto in stile etnico: salotto con cucinino, bagno e camera con il letto in ferro battuto e il quadro di un cherubino dietro la testiera. (questo dettaglio Maria Elena Vincenzi e Paolo G. Brera, di Repubblica, potevano risparmiarcelo... la camera da letto loro ce l'hanno stile impero?)
A Milano le cose vanno diversamente. Una Miss B., famosa da queste parti, fa notare se è normale e in quale altro paese civile potrebbe accadere che il presidente di una regione come il Lazio, si possa far dare consigli e possa avere una confidenza tale con una prostituta che lo metteva pure in guardia: "Piero, stai attento"! Altri d'altronde si mettono nelle mani di maghe, stregoni e fattucchiere.
A Milano, dicevo, abbiamo un sacco di pazze che continuano a fare il coming out, lo fanno anche più volte al giorno - perché ci credono davvero ai diritti per i gay, per le coppie di fatto, all'aggravante per l'omofobia etc. - in realtà di loro si vede già che sono cule... quindi per qualcuno anziché fare "coming out", fanno pena... Ed è vero. Il coming out lo dovrebbero fare i nostri begli italici maschioni, che più o meno sono nati e nascono da Firenze in giù, fin giù giù: in Calabria e Sicilia, che ce ne sono tanti anche lì, sposati e padri di famiglia, che poi quando la notte cala amano i boschetti, i greti di fiumi, i resti di antiche rovine, per fare fra loro le cosacce brutte che a loro piace fare solo di nascosto e con il rischio di essere scoperti che aggiunge quel tocco in più. A volte coming out lo fanno perché vincono un concorso per Uomo in divisa più bello del mondo, quindi adesso "come caiazzo faccio a non uscire allo scoperto"?
*vedi il video documentario della BBC "Sex Crimes and the Vatican": http://www.youtube.com/watch?v=U-J7iFTrT1U
**estratti dal sito ufficiale di Piero Marrazzo: http://www.pieromarrazzo.it/show.jsp?page=13476
Sunday, October 25, 2009
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