...da qualche giorno ho una camera con vista, sul mare. Golfo di Aqaba, Mar Rosso. Non il Mare Bianco (di mezzo), come lo chiamano qui, a me piu' familiare. Ci passo intere giornate chiuso dentro, in camera, non curante del gran caldo, sopratutto il primo pomeriggio. ...mi trovo a Dahab, l'opzione alternativa a Sharm El Sheikh, peggio a Hourgada.
Qui si respira ancora aria da sfattoni di oggi e di ieri. Gironzolano bei ragazzi, dai lunghi boccoli biondi, che puzzano di latte e di canne, e signore di varie nazionalita' ormai intorno alla sessantina, che conobbero Sharm trent'anni orsono e vivono di ricordi, ma vivono qui da allora, non fanno avanti e indietro: l'argent de papa, o il frutto del lavoro di un buon avvocato divorzista... si mantengono senza fare nulla, beate loro! Favori dalla fauna locale, da quanto ho visto, non ne comprano, a differenza di quanto accade in Marocco o Tunisia. La casetta pure se la sono fatta e adesso frignano perche' l'idea di costruirsela e' venuta anche a molta altra gente, e di casette cominciano ad essercene troppe in riva al mare, e di charme come a Sharm anche qui ne restera' sempre meno...
La camera di questa specie di Bed & Breakfast hippy che mi ha stregato e' fatta tutta in legno, pare costruita su di un albero, due finestre: una apre a est sul mare, le catene montuose della arabia felix si stagliano all'orizzonte oltre il mare, quasi le tocchi; l'altra apre a nord su una manciata di palme. L'aria che si respira e' un po' frichettona, ma mi piace. I padroni pure mi piacciono, una coppia del Cairo che si e' trasferita qui una ventina d'anni fa ma ancora e' rimasta gente molto urbana, come piace a me. Un po' di urbanita' e' una boccata di ossigeno in terre beduine, e nella penisola del Sinai di tribu' beduine ne sopravvivono ancora una dozzina. I Gebelliya (Montagnoli) sono quelli con cui ho avuto a che fare di piu': chiusi, incolti, doppi, falsi, per niente belli, miseri, un po' meschini, arraffoni, per niente genuini ormai, attaccati ai soldi e senza conti in banca. Un po' una fotocopia dei loro parenti Merzougui conosciuti nel Sahara tunisino. Quelli che stanno sul mare almeno sorridono un po' di piu' e sono anche un po' piu' belli.
Loro in questa camera quando non hanno ospiti ci vivono, e' per questo che mi sento a casa anch'io, e quindi come quando sono a casa non ho nessuna voglia di lasciare la mia stanza. La camera con i suoi arredi vecchiotti e gli infissi delle finestre sfasciati, la luce che filtra fra le assi di legno del soffitto e delle pareti a tutte le ore, pare il set di un film, e in giro per Dahab ti sembra di respirare l'aria delle scene girate sulla spiaggia di Goa nell'ultimo episodio della nota trilogia che vede Matt Damon protagonista, o anche putroppo in quelle di "The Beach" che vedono come protagonista quel mostriciattolo di Leonardo di Capra. Prossimamente maggiori dettagli sulla vita di montagna dei pope greci di Santa Caterina...
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2 comments:
che meraviglia ! ma come ci sei arrivato al bed&b hippy ? e coi beduini hai parlato arabo ? spero di vedere le foto della stanza.
Miss Brodie
ci sono arrivato camminando, come dovevo arrivarci sennò, a testa in giù?
i beduini proprio l'arabo è l'ultima delle lingue che parlano. Sanno l'inghilizi, discretamente bene; qualche parola di ebraico, Baruch Ha Shem, visto che fino a non molti anni fa rappresentavano la maggiorparte dei turisti sulle alture del Sinai, gli israeliani, e ti guardano con stupore se rivolgi la parola loro in arabo standard moderno: un extraterrestre...
Le foto della stanza presto appariranno.
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