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...la sua dolcezza le sue gentili espressioni, i suoi modi di dire. Come allora mi aveva conquistato, nuovamente mi ha catturato ma ancora una volta vi ho dovuto rinunciare. Non per sempre sia ben inteso, ma “...fino a quando l’innamorato avrà pazienza? Prolungata si fa abbandono la lontananza...” Per chi stesse pensando a lui: snello, chiappe sode e ventre piatto, be’ toglitelo dalla testa, io sto pensando all’arabo colloquiale parlato in Siria, i maschi per ora non c’entrano. È da quasi tre mesi che cerco di non ascoltare, di non captare quanto viene “emesso” dai gentili abitanti della terra che mi ospita, il tunisino è uno strazio per le mie orecchie, mi rifiuto di apprendere a parlare questa lingua gutturale, grezza, che pare frantumata, selvaggia, poco mi importa quale sia la causa, il sostrato bebero o beduino..., loro parlano e io soffro! C’è però chi mi consola... l’adhan ( أذان o "la chiamata alla preghiera") come lo scandisce lui nessuno... certo si tratta di arabo letterario, tutta un’altra cosa e il minareto della moschea sta proprio di fronte alla finestra della mia camera. Questo mueddhin ( مؤذن ) sa di avere un tocco in più e infatti ho notato che per non far confondere la sua voce con quella degli altri inizia sempre un po’ prima o un po’ dopo il dovuto, così è sicuro che il suo canto si distingua dall’altrui gracchio! Mi diverto ad imitarlo e modestamente ci riesco abbastanza bene tanto che il mio ignorante coinquilino mi ha detto che potrei fare l’imam...
ٳن شاء الله
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Monday, January 29, 2007
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3 comments:
Oh cielo... Verremo a recuperarti in una madrasa di Quetta ;) ?
che bello il siriano ! (in tutti e due i sensi...)
ma anche il tunisino, in un solo senso pero'!
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