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Cito un articolo pubblicato il 23 maggio 2010 e deduco, a meno che il suo autore non sia un chiaroveggente, che l'astrologia è una scienza esatta e meravigliosa!
"Urano in Ariete è un transito che ci parla anche di popoli e nazioni. Urano simboleggia i moti rivoluzionari, nel segno dell’Ariete poi è sviluppata la sensazione che il moto rivoluzionario sia rivolto nei confronti delle nazioni e dei suoi sistemi di sopravvivenza. Urano in Ariete si presenta in uno scenario di crisi economica planetaria: in tal senso questo passaggio potrebbe indicarci una forte volontà dei popoli delle nazioni di prendere in mano la precarietà delle società in cui vivono. Emersione, scoperta di meccanismi farraginosi e corrotti in sintonia con Plutone in Capricorno – ossia il bisogno della coscienza collettiva di percepire serietà, lealtà e rispetto – fanno presagire un ciclo di Urano in Ariete caratterizzato dalla forte polemica tra opinione pubblica e meccanismi socio-politici delle nazioni. Molte nazioni dovranno far fronte alla richiesta del proprio popolo di cambiamenti radicali e forti sulle compagini politiche che amministrano le finanze e la vita sociale dei popoli. Se questi cambiamenti non arriveranno non si esclude che Urano esprima proteste del popolo rivoluzionarie, mirate a sovvertire un ordine percepito obsoleto od ormai collassato e quindi irrecuperabile. [...] Oggi Urano in Ariete potrebbe far emergere nuovamente il desiderio di organizzarsi in gruppi o movimenti rivoluzionari atti a modificare uno “stato di fatto” non più soddisfacente per l’opinione pubblica. In tal senso le nazioni occidentali potrebbero essere segnate da una lunghissima stagione di scioperi e proteste che partiranno dalle forze operaie e proletarie degli stati. Potremmo anche assistere all’emersione di forze minoritarie che avanzeranno la volontà di conquistare diritti fino ad ora negati o, nel peggiore dei casi, di riabilitare antichi fanatismi ideologici sia di destra che di sinistra."
Spassosamente l'unico commento al post, il 23 agosto 2010, fu il seguente: "Bisogna aspettarsi lotte interne. Colpi di stato o rivoluzioni popolari e ondate di violenza. Ma anche pericolose epidemie di virus che colpiscono l'intestino." L'anonimo commentatore ha colpito nel segno: sia per quanto riguarda i moti medio orientali, sia per quanto riguarda i moti intestinali dell'influenza di quest'anno! Un altro caso di chiaroveggenza?
Gli unici ad essere colti di sorpresa sono stati i servizi segreti più potenti del mondo, le segreterie di stato, le cancellerie diplomatiche, i ben pasciuti professoroni universitari e così via. Non citiamo nemmeno ministri o presidenti vari, che oltre a tacere e latitare hanno aperto bocca solo per dire le solite cazzate di circostanza e smentirsi ogni due ore, man mano che la gente in piazza disegnava il proprio futuro con la propria rabbia, con la propria tenacia, con la propria voce, con la propria voglia di cambiare, con la propria speranza. Durante le ultime due settimane l'indecisione e il silenzio dell'Europa, degli Stati Uniti, del cosiddetto occidente democratico e illuminato hanno fatto rischiare lo scoppio di una guerra civile dalle conseguenze inimmaginabili per l'intera regione medio orientale e per il Mediterraneo stesso.
VERGOGNA! è quello che mi sento di dire ai nostri governi occidentali: interessati solo a capitali e petrolio, che fino all'ultimo secondo hanno sostenuto (e continuano a sostenere) dittatori sanguinari per garantire pace e stabilità a casa propria, fingendo di ignorare che milioni di altri esseri umani sono trattati al pari di animali. Oggi dovrebbe essere chiaro a tutti che i giovani del mondo arabo, sebbene spesso disoccupati, hanno un livello culturale al di sopra della media (sopratutto di quella italiana), sanno usare internet e sono molto più open-minded di quanto non si direbbe! Si sono dimostrati determinati e coraggiosi, hanno rischiato e a volte sacrificato la loro vita per i valori della democrazia e della libertà. Valori ai quali in occidente noi ci siamo assuefatti e ai quali forse abbiamo rinunciato, svendendoci all'i-pod, all'i-phone e all'i-cazz! I giovani tunisini e i giovani egiziani avranno un ruolo chiave anche per il nostro di futuro, di europei vecchi e in crisi, e sanno che li abbiamo ignorati, abbandonati. Hanno fatto tutto senza il nostro aiuto e spero continueranno a rinfacciarcelo per lungo tempo. Noi vittime di superficialità e pregiudizi. Il successo dei tunisini, degli egiziani, e a venire dei giordani, dei siriani, degli algerini, degli yemeniti, dei marocchini e così via, sarà solo e soltanto loro se non ci svegliamo e ci scuotiamo dal nostro torpore.
Ieri a Milano ho partecipato alla manifestazione degli egiziani-italiani che oltre a ballare, cantare, festeggiare e scandire il loro inno nazionale (li ho invidiati un po' loro si riconoscono in quanto nazione), hanno denunciato l'indifferenza della stampa e dei media nostrani verso la loro lotta, verso il loro successo e verso il sacrificio delle trecentocinquanta giovani vite perdute. Il meglio che è uscito dalle istituzioni milanesi per bocca del vicesindaco, il 13 gennaio scorso, fu questo: "Mi chiedo se l'agenda dei problemi milanesi debba essere costantemente sintonizzata con quello che accade sull'altra sponda del Mediterraneo, dalla questione tunisina alle rivendicazioni berbere sulla libia. Che avranno, per l'amor del cielo, un'indubbia dignità di attenzione. Ma che non so quanto possano interessare i milanesi". L'ignoranza, la sofferenza e il provincialismo di questo soggetto, abituato a prestare orecchio solo ai capricci della lega, si commentano da se...
Ieri a Milano ho partecipato alla manifestazione degli egiziani-italiani che oltre a ballare, cantare, festeggiare e scandire il loro inno nazionale (li ho invidiati un po' loro si riconoscono in quanto nazione), hanno denunciato l'indifferenza della stampa e dei media nostrani verso la loro lotta, verso il loro successo e verso il sacrificio delle trecentocinquanta giovani vite perdute. Il meglio che è uscito dalle istituzioni milanesi per bocca del vicesindaco, il 13 gennaio scorso, fu questo: "Mi chiedo se l'agenda dei problemi milanesi debba essere costantemente sintonizzata con quello che accade sull'altra sponda del Mediterraneo, dalla questione tunisina alle rivendicazioni berbere sulla libia. Che avranno, per l'amor del cielo, un'indubbia dignità di attenzione. Ma che non so quanto possano interessare i milanesi". L'ignoranza, la sofferenza e il provincialismo di questo soggetto, abituato a prestare orecchio solo ai capricci della lega, si commentano da se...
Non credo di essere un ingenuo, la strada è ancora in salita, egiziani e tunisini hanno fatto cadere i loro despoti, coloro che per decenni hanno incarnato il potere di regimi dittatoriali, non hanno ancora fatto cadere i sistemi stessi. Il potere, quanto meno, ora è nelle mani dell'esercito: la transizione sarà lunga e difficile, dubito però che qualcuno si arrischierà a impedire un vero processo di democratizzazione. Economie di stato dovranno diventare economie di mercato, gli interessi rapaci delle grandi multinazionali occidentali sicuramente ribollono, gli islamisti barbuti fremono, ma Twitter e Facebook continueranno ad essere utilizzati in maniera intelligente dai nostri brillanti giovani arabi e i pianeti e le stelle continueranno a sorridere!
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