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Una piacevole scoperta martedì scorso: Villa Pallavicini, a Milano in via Meucci 3, in fondo a via Padova. Ci sono andato per la proiezione di "2 Volte Genitori" e anche perché poi sarebbe seguito un incontro con Ivan Scalfarotto, vicepresidente del PD, e un consigliere comunale di Milano. L’Associazione culturale, inaugurata nel 1996, conta oggi migliaia di soci, e innumerevoli iniziative realizzate in ambito culturale, ricreativo e sociale.
Il film di Claudio Cipelletti è "un viaggio in sei capitoli che parte da quel giorno, quell’ora e quell’istante in cui tutto è cambiato, il momento della rivelazione dell’omosessualità di un figlio o di una figlia". Senso di perdita, senso di colpa, bisogno di capire e riconciliazione. Uno spaccato in lungo e in largo dell'Italia di qualche anno fa, quel 2007 del festoso Gay Pride a Roma e dello sfigatissimo Family Day, e di mamme e di papà italiani che la cosa principale che raccontano è riassumendo: "se qualcuno ce lo avesse detto, se da qualche parte, in qualche libro per futuri genitori, per esempio, ci fosse stato scritto "potrai essere il padre o la madre di un ragazzo gay o di una ragazza lesbica", invece no, "ci siamo trovati di fronte a un nulla, a un vuoto di informazioni e di sostegno".
Il film commuove senza essere mai lacrimoso e istruisce senza essere mai pedante. Il dibattito che lo ha seguito invece mi ha lasciato molto perplesso e alquanto amareggiato, in sala oltre al vicepresidente del PD, il regista Claudio Cippelletti e una mamma di Agedo. Un signore sulla cinquantina prende la parola, dichiara di essere padre di un ragazzo omosessuale, fa i complimenti per il film ma tiene a precisare che a suo avviso esso è troppo parziale: mostra unicamente storie a lieto fine. La sua, di storia e di ferita, è ancora aperta e sanguinante, vuole fare una denuncia: Arcigay è complice a Milano dello squallido panorama dei locali affiliati per il "sesso spersonalizzato" che molto poco hanno a che vedere con ricreazione o cultura. Sconcerto e brusio in sala, il vicepresidente del PD subito prende la parola e zittisce il "sovversivo": "Lei ha parlato abbastanza, lasci spazio anche agli altri presenti", nessuno desidera però prendere la parola, il signore cinquantenne vorrebbe allora aggiungere qualcosa, "conosciamo già la sua opinione, il suo è un vissuto di disagio, quando faremo una serata dedicata al disagio allora lei potrà parlare", una persona del pubblico prega I. S. di smetterla e di far terminare il signore visto che se gli si è data la parola ora è assurdo zittirlo. Il vicepresidente del PD stizzito acconsente. E' presente anche la mamma, la moglie del signore cinquantenne, I. S. le chiede di indicare il nome di suo figlio, la signora esita e lui incalza e arriva a dichiarare che a suo avviso i due stanno mentendo, "un figlio forse non ce l'hanno neppure". E per quale ragione dovrebbero mentire? Per di più abitando in zona molti dei presenti li conoscono personalmente e conoscono loro figlio. Sono sconcertato nel constatare l'arroganza di questo vicepresidente gerarchetto democratichello che sta offrendo una scena di prevaricazione degna di un regime comunista.
Si passa ad altro. Dalla prima fila un ragazzo educato, dall'aria distinta, si riallaccia all'intervento di un signore che per riportare ordine nel dibattito invitava a parlare di matrimonio gay e di diritti civili. Il giovane, rivolgendosi a I. S., ci riporta al non poi così lontano 2008: in Consiglio Comunale a Milano si votò per una mozione su unioni civili e istituzione di un registro delle coppie di fatto etero e omosessuali. 27 contrari, 23 favorevoli, 3 astenuti: mozione bocciata. Il centro-sinistra votò a favore, con alcune significative eccezioni. Votarono contro Fanzago, Granelli e Spirolazzi (PD, ex margherita), astenuto Cormio (PD). Assenti al momento del voto i tre consiglieri Colombo, Comotti, Zaycich, sempre del PD. Il voto-non voto del PD fu determinante: se i tre consiglieri contrari si fossero almeno astenuti, e se due dei tre assenti avessero votato, il risultato sarebbe stato 25 a 24. Claudio Cipelletti si fa portavoce di un messaggio del consigliere comunale assente: "il PD è pronto, aperto e disponibile a portare avanti il dibattito in consiglio comunale per la partita sui diritti civili delle coppie di fatto". Peccato che negli ultimi due anni si sia tenuto invece proprio schiscio, docile e sottomesso, apparentemente, per non dare fastidio alle gerachie degli ingonnellati. Il giovane ragazzo chiede al vicepresidente del PD: "Quale sarebbe la posizione del PD domani se in Consiglio Comunale fosse ripresentata una mozione simile a quella del 2008, cosa farebbero i suoi soci...?". Di nuovo un po' di scompiglio, in questo tempio culturale della sinistra l'ironia non è ben accetta. Ivan Scalfarotto ribatte, arrampicandosi sui vetri, citando la variegata provenienza della fauna che compone il suo partito e le sue diverse "sensibilità". Deludente e politicante, un giovane già vecchio.
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Guardarsi allo specchio, ogni tanto, centro-sinistra?
Just an idea...
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1 comment:
Ben detto ! Se questi sono i "giovani" politici (a 45 anni!) e questo il concetto di democrazia nel partito democratico, allora non illudiamoci neanche di andare a cominciare.
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