Wednesday, April 27, 2011
Monday, April 25, 2011
Una scomoda verità...
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Unspeakable Love: Gay and lesbian life in the Middle East, by Brian Whitaker |
Essere omosessuali in un paese arabo o musulmano può costare la vita, figuriamoci ostentare uno stile di vita apertamente gay. Farlo a Gaza equivale a volersi suicidare. Solo uno sprovveduto poteva non sapere questo. Non avevo mai sentito nemmeno parlare del cooperante italiano, sedicente pacifista, che ha incontrato una atroce morte proprio per mano di quelli che amava, ma mi è bastato poco, pochissimo per capire che dietro una fine così crudele si poteva nascondere un movente omofobo. Ho espresso in privato il mio dubbio ma sono stato subito tacciato di "vedere omosessuali dappertutto"...
Nei giorni successivi però, la mia ipotesi ha trovato riscontro, più o meno esplicito, su diverse fonti:
Spiace constatare ancora una volta che nel nostro paese, intriso di preconcetti e falsi moralismi, parlare serenamente di omosessualità sia ancora un grande tabù. Allusioni, battute pruriginose e scherzi di pessimo gusto sono all'ordine del giorno, a destra come a sinistra, ma guai affrontare il tema dei "culattoni" senza qualche complice ammiccamento, persino alcuni gay si sentirebbero a disagio, tanta è l'omofobia introiettata.
Il tabù dei tabù in questi giorni imbavaglia la maggior parte dei nostri sedicenti giornalisti, in particolare quelli che servono e professano nelle testate di sinistra, che non osano dire una delle più probabili verità: Vittorio Arrigoni, duro e puro, tutto muscoli e tatuaggi, che lottava contro lo stato di Israele, è stato rapito e barbaramente ucciso dai "nostri" amici palestinesi perché molto probabilmente omosessuale.
Cito per intero le parole di Angelo Pezzana: "Un’abile regia, con la forte collaborazione di una madre per nulla interessata a capire cosa sia accaduto veramente al proprio figlio, dedita unicamente a salvaguardarne la memoria di eroe, di nemico di Israele, preoccupata persino di occultare quei «vizi occidentali» che sono costati, loro sì, forse, la vita di Vittorio. Se servirà allo scopo, potrà persino spuntare una “fidanzata” in lacrime per completare la figura del martire. Povero Arrigoni, a pochi chilometri da Gaza avrebbe trovato un Paese nel quale avrebbe potuto occuparsi del prossimo senza pagare con la vita la sua passione. Ma, come dicevamo all’inizio, difficile sapere davvero come è andata, la regia è stata molto attenta, e Arrigoni è diventato il martire che Hamas attendeva."
Consiglio: "L'amore che non si può dire. Storie mediorientali di ragazzi e ragazze" di Brian Whitaker che fra le altre dà voce proprio ai gay palestinesi, costretti a rifugiarsi in Israele per poi venire sistematicamente accusati di collaborazionismo e rischiare di essere uccisi.
Vittorio è stato vittima della sua stessa ingenuità, ha creduto che bastava essere anti-sionista, anti-semita e anti-israeliano per conquistarsi affetto, considerazione e stima dai suoi interlocutori arabo-palestinesi-musulmani. Non sapeva invece che con i suoi tatuaggi ostentati e le sue canotte nere da combattente era un insulto vivente a tutti i valori dell'islàm più tradizionalista. Nessuno gli aveva spiegato che l'universo musulmano è un universo di sottomissione e obbedienza totali ad Allah, un universo d'ordine dal quale chiunque fuoriesca presto o tardi viene punito per mano di qualche mente deviata? Questi facinorosi cooperanti occidentali non sanno cosa veramente pensa di loro l'arabo della strada? No, non lo sanno, perché persino ora, e non si tratta del primo caso di attivista pro-palestinese ucciso da palestinesi, di fronte alla sconcertante realtà, negano l'evidenza, credendo e sostenendo tesi quanto mai assurde che dietro questo assassinio ci sia Israele...! Si lamentano perché ai funerali del trentaseienne, svoltisi alla velocità della luce, forse senza che venissero neppure approfondite le modalità della sua uccisione, non c'erano rappresentanti ufficiali del governo, alte cariche istituzionali, addirittura mancava il Presidente della Repubblica. Be', cari ragazzi che sognate una Palestina libera e spero democratica (perché ora Gaza è tutto fuorché democratica) cosa vi porta ad immaginare che Vittorio fosse un eroe della nostra Nazione? Sicuramente non è avere una condotta che mette irresponsabilmente a rischio la propria vita, una propensione che tende a denigrare, a incitare odio e vendetta verso altri esseri umani che si considerano diversi, che rende degni di un funerale di stato. Per quel che ho letto dal blog del signor Arrigoni i suoi pensieri, le sue idee e le sue azioni non erano esattamente ispirati alla pace e alla non violenza, anzi... eppure nessuno di voi ne parla. Non basta uno slogan, stay human, a fare di te un agnellino. Tra una gita in barca e l'altra con i nerboruti pescatori palestinesi, Vittorio, anziché passare ore nella palestra di Gaza, cito testualmente: "His routine included boating with Gazan fishermen who are frequently chased by Israeli patrol boats, visiting with Palestinians injured in Israeli shelling, and lifting weights at Gaza’s one indoor gym. At around 10 p.m. last Wednesday, after an hour-long workout, Arrigoni ordered takeout food at a beach-front restaurant but never picked it up", avrebbe potuto prendere lezioni di arabo e cultura islamica, o di storia del conflitto arabo-israeliano. Avrebbe potuto cercare di capire meglio perché i governi dei paesi arabi sino ad oggi abbiano volutamente, a loro uso e beneficio, diffuso e fatto sì che si diffondesse un barbaro sentimento anti-semita, per tenere meglio sottomessi i loro popoli. Invece no. "Arrigoni, known as Vik, lived in an apartment that he rented separately from his fellow volunteers for the International Solidarity Movement (ISM)". Si prese un pied-à-terre vista mare sul porto di Gaza, un contesto sicuramente più romantico rispetto alla natia provincia lecchese.
Oggi capisco il vostro imbarazzo, pacifisti e attivisti della sinistra tutta italiana, pro-palestinesi ad ogni costo, per partito preso voi "dovete" essere anche, almeno a parole, amici dei gay, e la scomoda verità di Vittorio va al più presto occultata da un mare di parole senza senso, e va definita "squallida ipotesi". Cosa ci sia di squallido nell'essere gay poi non si sa...
Oggi capisco il vostro imbarazzo, pacifisti e attivisti della sinistra tutta italiana, pro-palestinesi ad ogni costo, per partito preso voi "dovete" essere anche, almeno a parole, amici dei gay, e la scomoda verità di Vittorio va al più presto occultata da un mare di parole senza senso, e va definita "squallida ipotesi". Cosa ci sia di squallido nell'essere gay poi non si sa...
"You cannot be a sheep and run with the wolves - and not expect to be bitten some time".
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Sunday, April 03, 2011
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Migrante sbarcato a Lampedusa (c) La Stampa.it
Le acque territoriali [di uno Stato] sono costituite da una fascia di mare, solitamente non più ampia di dodici miglia, sulla quale si estende la sovranità dello Stato. Le navi che vi entrano, entrano nel territorio dello Stato e sono soggette alle leggi di questo.
Il territorio è lo spazio, delimitato da confini, all'interno del quale lo Stato esercita la propria sovranità. Se, per conquista militare o per qualsiasi altra ragione, lo Stato perde tutto il proprio territorio, cessa di esistere. Esso, privato di un ambito entro il quale esercitare il proprio potere sovrano, non ha più alcuna funzione e non c'è nulla che ne motivi la sopravvivenza. Ciò spiega la ragione per la quale tutti gli Stati, nessuno escluso, sono pronti a ricorrere alle armi e a sacrificare la vita dei propri cittadini pur di difendere i propri confini. Difendendo i confini e il territorio in essi compreso lo Stato difende se stesso e la propria sopravvivenza. (Fonte: Skuola.net)
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A centocinquanta anni dalla sua presupposta unità, in Italia, non vi è ancora un chiaro senso di appartenenza nazionale, non mi dilungo sulle squallide polemiche delle scorse settimane, e accolgo con un grazie e un invito i tunisini che numerosi giungono sulle nostre coste, rischiando la loro vita per raggiungere l'eldorado italiano, "luogo favoloso di delizie, d'abbondanza e di piaceri a soli sessanta chilometri di traversata", a non desistere nella loro pacifica invasione! Se poi fossero tutti bellini come quello nella foto...
Forse la loro indignazione (che a Lampedusa gli viene da rimpiangere di essere partiti e non gli pare vero che quella "roba lì" sia Europa) riuscirà a contaminare gli smorti e spenti spiriti dell'italiano medio, abituato e tramortito ormai da tutto il fanfaronare di destra e di sinistra, a chiedere di più alla nostra democrazia. I tunisini che abbiamo l'onore di vedere arrivare sulle nostre coste, il loro dittatore (il protettore di Benedetto Craxi per intenderci) lo hanno fatto cadere giù con la loro ferrea volontà, con un senso civico di appartenenza al loro Stato, la Tunisia, che le nostre giovani generazioni, tirate su a tronisti, mutande di Calvin Klein e hamburger di Mcdonald, neppure se lo sognano e ci vorrà ben altro che una festicciola ogni centocinquanta anni per farglielo venire, il senso di appartenenza civico!
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