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Milan Malpensa Airport, October 11th 2010, (C) DDM
Egypt Air, Flight MS 2704. Expected Departure: 1.55am
Dopo un arrivo un po' rocambolesco, il ritardo aereo e' stato pero' recuperato... un autobus cella frigorifero della West Delta, mi trasla dall'aeroporto del Cairo ad Alessandria d'Egitto, con temperature che oscillano fra i tredici e i diciassette gradi... Come pesce congelato siamo giunti nella decadente citta' di Cavafis....
Kom El Dik, nel pomeriggio, mi ha riservato la sorpresa piu' bella. Avevo visitato questo quartiere centrale della citta' nel 2006 (accompagnato dal fratello di un caro amico che allora stava a Milano e ci aveva tenuto che girassi per la sua citta' accompagnato da una persona fidata), allora pero' non ebbi l'accortezza di segnarmi il nome della zona o indicazioni precise su come tornarci, e infatti pur rivistando Alessandria varie volte, non ero piu' riuscito a localizzare la zona. Il giorno prima di partire, ero ancora a casa, un pensiero ce lo feci: ''Chissa' se riuscissi a tornare in quel posto cosi' antico e cosi' vivo''. Accontentato! Con lo scopo di riambientarmi, a zonzo per la citta', ci rifinisco per caso, nella memoria avevo localizzato il luogo in tutt'altra parte della citta' ed per questo che i miei precedenti tentativi erano falliti. Scavi archeologici a partire dagli anni cinquanta del Novecento rinvennero un teatro romano e i resti di terme risalenti al III secolo d.c.
A Kom El Dik io ho "rinvenuto" Wael e Amru. Oltre ad essere entrambi gentili e dolcissimi, Amru e' anche bello da favola. Fa il manovale presso il porto di Alessandria. Nella sua semplicita' Amru e' molto elegante, definirei i suoi modi morbidi, dolci e allo stesso tempo i muscoli delle sue braccia, le sue mani grandi e ferme, lasciano trasparire la forza fisica che e' in lui. Con il cuore in mano e un sorriso binachissimo mi ha detto (in arabo, di inglese sa solo qualche parola): "Sono felice di averti incontrato". Un'enfasi cosi' bella sulla parola sayid, si vedeva che non e' stata una frase di circostanza. Ma tutto si ferma li'. Perche' io con un manovale ventenne del porto di Alessandria che ci faccio?
La serata finisce con un succo di guava e una cara amica, al City Cafe', al 21 di Salah Salem Street, il cui proprietario e' un vecchio siriano, credo cristiano, noto a tutti come El Cuptaan, il Capitano. Le dico che per il giorno successivo vorrei andare a Rosetta, se piu' o meno mi sa indicare quanto potrei venire a spendere in taxi. Lei chiede al Capitano, lui fa una chiamata. E' il suo autista di fiducia. Nemmeno fossi entrato in un'agenzia viaggi. Tutto e' organizzato. Alle undici e mezza dell'indomani Maximus mi verra' a prelevare davanti all'elegante Consolato d'Italia, sulla Corniche, e da li' via verso l'antica Rachiid senza la cui stele Champollion non sarebbe diventato famoso... Rosetta e' tutta sfasciata, le sue case cadono a pezzi e le strade sono tutte fango. E' il paradiso dei gatti. Il pesce si vende ovunque e ai gatti intraprendenti che salgono sui banchi non viene negato di servirsi per un gustosissimo take away. Si scelgono il bocconcino favorito e saltano giu' soddisfatti, senza che nessuno fra chi vende e chi compra, faccia una piega.
Punto forte della giornata la visita ad una moschea costruita su una striscia di terra su quel ramo del Nilo che da qui entra nel Mediterraneo, ad essa vi si accede unicamente dall'acqua e una volta entrati, guardando fuori, pare di essere su una floating mosque, tanto fu costruita al bordo dell'acqua.
Unico neo: il poliziotto d'alto grado del corpo speciale "per le antichita' e per il turismo" che non solo si e' auto-invitato per un lauto pranzo, a base di pesce e specialita' locali, con me e il mio autista, ma nel congedarsi ha fatto capire che gli era pure dovuta una mancia. Ho finto di cercare nel portafoglio quindi gli ho allungato 10 lire egiziane, niente, poco piu' di un euro, qui riescono a comprarsi un pacchetto di sigarette e un te' alla menta. Deluso ha avuto l'ardire di lamentarsi, dal mio sguardo ha capito che ero pronto anche a prendermele indietro le dieci lire, quindi ha girato i tacchi e se ne e' andato, il grasso fellone dalla pancia piena. Maximus. l'autista ci e' rimasto male peggio di me.
Domani e' un altro giorno, vediamo chi mi chiedera' una mancia non meritata...
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