Domani parto per la Siria, insha’alla.
Ancora una volta in strada, ancora una volta solo. Da solo.
Non me ne si voglia, ma io una miuccia al seguito o a farmi strada (non lo ho ancora capito) proprio non la sopporterei.
(AVVISO ai lettori di questo blog: questo è un diario personale, che dico personalissimo, pertanto, se non siete proprio addetti ai lavori, non ci capirete molto, quindi sciò sciò… andare via, cambiare pagina che internet è pieno di cose molto più interessanti e questo non credo sia il posto per voi se ci siete capitati per caso o per sbaglio o con qualche scialba ricerca in google, tipo: siria+viaggi+turismo).
Dicevo, di andare in Siria era da un bel po’ che ci pensavo, ma non si tratta solo di fare il turista o di studiare l’arabo, questo lo pensano e lo lascio pensare ai più, ai contacts… qui si tratta di me e di una crisi di nervi, di me e di un tran tran che andava spezzato, di me e di alcuni fili da recuperare e di altre cose così che non vi riguardano affatto.
L’idea di un diario (di viaggio) pubblico mi è venuta in mente solo qualche giorno fa, e non l’avrei mai realizzata, se non fosse che:
a) va molto di moda (…da quanti anni ormai? blog, flog, travelog… quale adolescente non ne ha almeno uno?) e a me piace conformarmi alle mode;
b) mi solleva dal problema di inviare innumerevoli e ripetitive e-mail a chi me le chiede in continuazione, a chi si preoccupa per me, a chi le ha chieste tanto per dire qualcosa etc.
c) mi terrà occupato in un’attività “intellettuale”… disponibilità di internet café ad Aleppo permettendo;
d) c’è qualcuno (molto letto) che moriva dalla voglia di linkare questo blog al suo di blog (fra blogger, e io sono un neofita, impazza il desiderio di linkare tutti e tutto alla propria tana virtuale: dal sito della BBC a quello dei vegetariani, da personaggi della mitologia greca a grossi roditori, coniglioni per chi non lo avesse capito) e così via…
Fatte queste premesse, invito nuovamente chi ancora sia arrivato fin qui ad andarsene, a lasciarmi fare questo viaggio da solo, senza interferire… come per esempio quelli che nella vita reale ci hanno tenuto a tutti i costi a salutarmi prima di questa “apocalittica” partenza. Sono fioccati inviti a cena, inviti a pranzo e ripetuti addii… manco stessi partendo per qualche villaggio della foresta amazzonica, ma che dico, manco stessi per andare a vivere in una tribù di aborigeni in Nuova Zelanda... signori, se non lo sapeste quei furboni di vodapphone (e di tiim) per un euro circa ogni trenta secondi di conversazione (loro lo chiamano minuto…) più scatto , sempre di un euro, alla risposta, coprono il territorio siriano con roaming internazionale… per cui pur facendomi spendere un sacco di soldi… se proprio doveste voler continuare a rompermi le scatole e avete il mio numero, potete sempre raggiungermi in una cella di Mar Musa piuttosto che nell’ultimo retrobottega del Suq di Tartous… (solo alcuni di voi sanno bene che il telefono cellulare è la prima cosa di cui mi libero quando sono all’estero).
Tornando al comportamento sopradescritto mi chiedo perché tutti ‘sti calorosi saluti prima di questo viaggio, in fondo negli ultimi mesi, o facciamo a partire dall’inizio di quest’anno, sono stato in Ispagna, in Egitto, in Portogallo, in Tunisia… e tutti lor signori oggi tanto desiderosi di salutarmi dove stavano? Ah certo…
“C’era una volta…”
–Bashar El Assad!– diranno subito i miei piccoli lettori…
Sì, ragazzi, avete ragione. C’era una volta un paese sull’Asse del Male…
Se vi bevete tutte le baggianate della propaganda nordamericana e compagni, non è un problema mio… adesso è pure morta e sepolta la ex ex-comunista, paladina dei campanili nostrani (intervistò un famoso colonnello libico, ma le piacque svernare, negli anni della deficienza senile, in una grande mela però…), vignette ne hanno già pubblicate e ripubblicate parecchie, una guerra in zona l’hanno fatta e finita… quindi parto proprio tranquillo, evitate di preoccuparvi per me e preoccupatevi per voi, delle vostre esistenze...
Zittita per sempre la fallace scribacchina purtroppo no, perché c’è ancora chi la pubblica e chi la legge… e poi quasi sicuramente ci regalerà pure una recensione…
ve lo avevo detto che del mio sense of humour avreste capito poco e niente per cui che ci fate ancora qua?
...c'mon, move, move away… switch it off, will you? Go to bed, tomorrow you got to get up early to go to the factory…
a mo' di presentazione sull'autore di questo diario on line:
...ce l’ho esageratamente contro i mammoni fascio-catto-comunisti-alternativi milanesi e di provincia che contestano tutto quel che viene dal mondo globalizzato, ma amano molto volare low cost per andare a trovare altri amici come loro che fanno teatro a berlino o che vivono a londra da un po’ lavorando nell’editoria e squattando qualche appartamento a chelsea, che amano molto mandare sms con i loro nokkia all’ultimo sconosciuto pescato nel buio di qualche “borgo del guadagno ritrovato”, e ancora non possono proprio rinunciare a un sottile aipoddeimieipiedi: “wouldn’t you just die without Mahler?”… e infine ameranno molto accoppiarsi con l’ultimo ciospo che incontrano in qualche bar, ameranno molto sposarsi, generare uno sgorbietto come loro e accettare il posto in banca che gli avrà trovato papà, perché il bambino ora che lo hanno fatto lo dovranno pur crescere no…. Tutto chiaro allora? Qui nessuno verrà risparmiato e ogni riferimento a fatti, cose o persone è intenzionale e chi si sente messo in causa farebbe bene a riflettere prima di farmi causa...